Non dà l’antibiotico al cane: per la Cassazione è reato

Non dà l’antibiotico al cane: per la Cassazione è reato

13 Ottobre 2021

E’ legittimo il sequestro del cane che non riceve le terapie prescritte dal Veterinario: l’incuria e la negligenza del padrone configurano il reato ex articolo 727 cp.

Integra il reato penale di cui all’art. 727 Cp (Abbandono di animale) il comportamento del proprietario che non sottopone il  cane alle cure dermatologiche prescritte dal Medico Veterinario. La negligenza del proprietario legittima il sequestro dell’animale, come ha stabilito oggi la Corte di Cassazione. La mancanza di cure ha reso la detenzione del cane incompatibile con la sua natura e produttiva di gravi sofferenze.
Il cane era stato ritrovato nell’abitazione del suo proprietario ferito ad una zampa, mai medicata, e in precarie condizioni igieniche.

Contro il sequestro del cane e l’imputazione, il proprietario aveva presentato ricorso e addotto a sua difesa gli esiti di uno specialista in etologia applicata e benessere animale, che accertavano le buone condizioni fisiche e la corretta nutrizione, oltre che la mancanza di segni di fastidio o irritazione per la lesione della zampa. Inoltre- secondo l’etologo-  il temperamento docile e fiducioso del cane nei confronti degli umani escludeva la configurabilità di preesistenti maltrattamenti nonché una pregressa condizione di sofferenza.

Per la Suprema Corte il ricorso è risultato “inammissibile”. Pur escludendo che la condotta del proprietario fosse la causa della ferita alla zampa, la Cassazione ha ritenuto che l’incuria e la negligenza mostrate nel prestargli le cure prescritte dal Medico Veterinario  integrassero la fattispecie contravvenzionale di cui all’art. 727 Cp.

D’altra parte, lo stesso proprietario aveva dichiarato di non aver avuto il tempo per adempiere alle necessarie incombenze, ossia alla somministrazione dell’antibiotico prescritto dal Veterinario. Proprio questa condotta ha connotato penalmente la detenzione dell’animale come “condizione incompatibile con la sua natura produttiva di gravi sofferenze”.

fonte: Anmvi Oggi